I nostri ragazzi e ragazze eso uno e due, hanno effettuato un test fisico, ma soprattutto una esperienza formativa presso il nostro preparatore Michael Pesse. Ecco come è andata proprio con le parole di Michael...
Cari atleti,
ieri è stata una giornata molto intensa e, allo stesso tempo, arricchente. Mi è stato chiesto di valutare otto ragazzi giovani (tutti sotto i 14 anni) nel mio studio, con l’obiettivo di testare le loro capacità fisiche e allo stesso tempo fornire loro un’esperienza formativa. Volevo fare in modo che non fosse un semplice test valutativo, ma anche un’occasione per insegnare loro a comprendere e gestire in maniera consapevole la percezione dello sforzo durante l’allenamento.
Insieme a me, durante i test, era presente anche Camilla De Pieri, una mia ex atleta che attualmente studia Scienze Motorie all’Università di Torino. Camilla sta scrivendo la sua tesi di laurea magistrale sull’allenamento dei ragazzi del Gruppo Sportivo Lupi e questi 8 giovanissimi che abbiamo testato rientrano proprio nel suo progetto di ricerca.
Il protocollo di valutazione
Ho strutturato la sessione in tre parti principali:
1. Riscaldamento
- 10 minuti a intensità molto blanda, per consentire al corpo di prepararsi gradualmente allo sforzo.
2. Sprint massimali
- 2 sprint da 10 secondi alla massima intensità, intervallati da 2 minuti di recupero completo. Lo scopo era registrare la potenza massima sprigionata dai ragazzi, un dato estremamente utile per confronti futuri.
3. Test incrementale
- Una progressione a step di 3 minuti, con incrementi di 20 watt partendo da 1,5 watt/kg. L’idea era farli “salire di gradino in gradino” in modo che potessero sperimentare sensazioni differenti a ogni step.
Durante gli ultimi 45 secondi di ogni step, ho registrato la frequenza cardiaca e la RPE (la percezione soggettiva dello sforzo, con un valore da 1 a 10). Ai ragazzi veniva mostrata la scala di Borg sullo schermo e un breve testo esplicativo sulla scala RPE e sulle diverse intensità di allenamento da leggere ad alta voce.
Dopo la lettura del testo, si è valutato insieme la risposta a questa domanda:
“A questo ritmo riesci a parlare normalmente?”
Le possibili risposte erano:
- Sì: parlano senza pause, come se fossero a riposo.
- Non sono sicuro: prendono fiato ogni 3-4 parole, non riuscendo a completare facilmente le frasi.
- No: prendono fiato a ogni parola o addirittura parlano a monosillabi.
L’obiettivo formativo
Non volevo limitarmi a raccogliere numeri e dati, ma offrire ai ragazzi un’esperienza che li rendesse più consapevoli della propria percezione dello sforzo. Volevo che sentissero in prima persona come cambia la respirazione e la difficoltà nel parlare mano a mano che l’intensità aumenta. In questo modo possono capire meglio quanto sia importante la ventilazione per autoregolarsi durante gli allenamenti.
Al termine del test, ho fornito a ciascuno di loro:
1. Le zone di allenamento basate sulla frequenza cardiaca.
2. Indicazioni soggettive per incrociare i valori oggettivi (frequenza cardiaca, potenza) con le sensazioni personali (RPE, capacità di parlare).
L’importanza dell’educazione allo sforzo
Per dei ragazzi così giovani (under 14), prendere coscienza di come il proprio corpo reagisce a diversi livelli di intensità è estremamente formativo. Non si tratta di “fissarsi” sui numeri, ma di usare questi dati come strumenti per crescere sia come atleti sia come persone consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti.
Alla fine della giornata, è stato bellissimo vedere i ragazzi andare via con il sorriso, entusiasti di aver capito meglio cosa significa allenarsi in modo intelligente e di aver vissuto un’esperienza di “scienza in pratica”. Spero che questa consapevolezza li accompagni a lungo nel loro percorso sportivo e di crescita personale.
Alla prossima!
Scritto da: Michael Pesse, Allenatore professionista Valle d'Aosta